.
Fedora
di Umberto Giordano
Libretto di Arturo Colautti
Creazione al Teatro Lirico in Milan , 17 Novembre 1898
Direzione musicale : Antonino Fogliani
Regia : Arnaud Bernard
Scenografia e costumi : Johannes Leiacker
Principessa Fedora Romazoff
Aleksandra Kurzak
Conte Loris Ipanoff
Roberto Alagna
De Siriex, un diplomatico
Simone Del Savio
Grech, ispettore di polizia
Mark Kurmanbayev
Contessa Olga Sukarev
Yuliia Zasimova
Lazinsky, pianista
David Greilsammer
Lorek, chirurgo
Sebastiá Peris
Coro del Grand Théâtre di Genève
Orchestre de la Suisse Romande
Che Umberto Giordano sia un compositore conosciuto ai più unicamente per l'Andrea Chenier è cosa che non sorprende.
Ma che per rivedere Fedora sul palcoscenico di Ginevra si sia dovuto attendere più di un secolo (1902-1903) è certamente caso strano. In effetti l opera ha molte frecce al suo arco per poter soddisfare il pubblico .
Certo la celeberrima aria « Amor ti vieta » resta una delle più eseguite dai tenori nei recital attraverso il mondo, ma la trama drammatica è sicuramente un punto di forza e la rende assolutamente degna d essere ammirata in teatro .
Adattamento di una pièce di Victorien Sardou ( sì esatto ! lo stesso di Tosca) scritta per la celeberrima Sarah Bernhardt, lo svolgimento della trama corrisponde a un vero teatro messo in musica il cui svolgimento tiene in allerta tutti i sensi dello spettatore quasi fosse un giallo televisivo.
I tre atti si sviluppano attravero un viaggio, degno di uno spionaggio internazionale, fra Russia , Ginevra e Gstaad . Si gioca in casa dunque !
Il sipario si alza e segue una lunga scena in cui si scopre Vladimir (sposo promesso di Fedora) in pieno atto sessuale con una giovane donna « in lingerie ». Nel frattempo degli agenti dei servizi segreti osservano i fatti tramite video su un tavolo di visione. È allora che Loris irrompe nella stanza e spara al fedifrago. Questa scena introduce nella storia il sottofondo di uno spionaggio immaginario. L idea ci sembra azzeccata soprattutto ai nostri giorni anche se complica la comprensione immediata della trama da parte dello spettatore.
La regia di Arnaud Bernard è assolutamente raffinata e segue il percorso di ogni personaggio e le loro reazioni nei momenti più intensi.
Le scenografie di Johannes Leiacker, sono bellissime e cinematografiche.
Ma naturalmente al centro dell` attenzione ci sono i due protagonisti : Roberto Alagna e Aleksandra Kurzak, coppia in scena come nella vita.
La Kurzak è davvero splendida in tutte le sue inflessioni sia vocali che interpretative . Il ruolo domanda entrambe le qualità per essere tratteggiato in maniera plausibile. Slancio , drammaticità e poesia , la lettura del soprano polacco è praticamente perfetta.
Roberto Alagna , che festeggia quest`anno i suoi 60 anni, rimane un vero mattatore in scena . Sempre immerso nel personaggio con un naturale carisma . Certo la voce , in alcuni passaggi , risulta meno stabile o brillante di un tempo . Ma che importa ? Siamo in teatro non in una registrazione discografica.
Nei ruoli di contorno da sottolineare le prestazioni di Simone Del Savio, Mark Kurmanbayev e, soprattutto, Yuliia Zasimova.
L`Orchestre de la Suisse Romande , sotto la bella direzione di Antonino Fogliani , riesce a esprimere una splendida paletta di colori e si sente a suo agio in questa partitura dal sapore mitteleuropeo .
Veramente un bel regalo di Natale per il pubblico ginevrino.
A. I.
(Photo credits: Carole Parodi)